Progetto LIFE Egyptian Vulture

L’Italia e le Isole Canarie, due luoghi molto lontani e molto diversi tra loro, ospitano un piccolo avvoltoio, il capovaccaio (in Inglese LIFE Egyptian), la cui conservazione è gravemente minacciata da problematiche e da fattori di natura antropica comuni ad entrambe le aree geografiche.

Sono molte le cause che hanno portato questa specie sull’orlo dell’estinzione tra le quali il bracconaggio, il disturbo nei siti di nidificazione, l’uso scellerato di bocconi avvelenati. Anche i supporti delle linee elettriche a media tensione possono, talvolta, rappresentare una minaccia perché i capovaccai, posandovisi, rischiano di morire folgorati.

Proprio per minimizzare questo rischio, E-Distribuzione è impegnata nell’isolamento dei supporti a rischio che sono localizzati in aree sensibili, che la specie utilizza per nidificare, alimentarsi o sostare durante la migrazione.

I primi interventi, assegnati da E-Distribuzione alle nostre squadre operative presenti sul territorio, hanno interessato una vasta area delle murge nei pressi di Matera, in Basilicata, all’interno del Parco della Murgia materana, che ospita una delle poche coppie di capovaccaio ancora nidificanti in Italia e viene utilizzata come area di rilascio di giovani capovaccai nati in cattività. La liberazione di individui nati in cattività, infatti, è un’altra delle azioni chiave del progetto LIFE Egyptian vulture allo scopo di favorire l’incremento della popolazione italiana di capovaccaio. Il lavoro consiste, principalmente, nell’applicazione di una speciale guaina isolante sui conduttori fino ad un metro di distanza dal punto di ancoraggio e nell’uso, su altre parti sotto tensione, di nastro autoagglomerante e nastro isolante anti UV: queste modifiche permettono ai capovaccai e ad altre specie di grandi rapaci che frequentano l’area, tra i quali biancone, nibbio reale e nibbio bruno, di posarsi senza conseguenze sui supporti delle linee.

E’ importante sottolineare che i lavori hanno interessato anche i sezionatori presenti nell’area, sui quali sono stati applicati particolari dispositivi che rendono completamente isolata questa tipologia di armamento, che risulta tra le più pericolose per l’avifauna.